Si diventa adulti a 30 anni, il cervello continua a svilupparsi
Agli eterni 'Peter Pan' viene offerta ora una ragione in più per giustificare la loro scelta di rimanere adolescenti spensierati anche quando anagraficamente non lo sono più. Lo affermano gli esperti riuniti nel convegno internazionale di neuroscienze riunito presso la Academy of Medical Science a Oxford. Secondo quanto riferiscono i media britannici, gli esperti hanno affermato in una conferenza stmapa a Londra che adulti si diventa alla soglia dei trent'anni, con differenze da persona a persona. L'età legale della maggiore età in gran parte del mondo e anche in Italia e' 18 anni, ma nuove ricerche suggeriscono che le persone di 18 anni stanno ancora attraversando cambiamenti nel cervello che possono influenzare il comportamento e renderle più propense a sviluppare problemi di salute mentale. "Avere una definizione di quando si passa dall'infanzia all'età adulta appare sempre più assurdo perché - evidenzia Peter Jones, dell'Università di Cambridge - avviene una transizione molto più sfumata, che si svolge nell'arco di tre decenni". Jones sottolinea poi come anche i giudici riconoscano la differenza tra un imputato di 19 anni e un "criminale incallito" alla fine dei trent'anni. "Non c'è un'infanzia e quindi un'età adulta: le persone - afferma l'esperto - sono su un percorso, su una traiettoria". Daniel Geschwind, dell'Università della California a Los Angeles, sottolinea il grado di variabilità individuale nello sviluppo del cervello, affermando che i sistemi educativi tendono erroneamente a concentrarsi sui gruppi, non sugli individui. Già lo scorso anno un articolo sulla rivista Lancet Child & Adolescent Health, a cura di Susan Sawyer, direttore del centro per la salute degli adolescenti del Royal Children's Hospital di Melbourne, aveva 'spostato' più in là la fine dell'adolescenza, collocandola a 24 anni. (ANSA).
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