Sportivi da piccoli e pigri da grandi, perchè abbandoniamo lo sport già a 6 anni

L'adolescenza non è l'unico momento in cui si cominciano a lasciare le buoni abitudini in fatto esercizio fisico. Si diventa più sedentari già all'inizio delle scuole, come sostiene uno studio inglese.

SPORTIVISSIMI da bambini, meno da adolescenti e pigri da grandi. Così che se nella fascia d'età tra i 6 e i 10 anni a fare sport sono sei bambini su dieci, nella popolazione generale a fare sport con continuità è appena un italiano su quattro (dati Coni-Istat). A che punto della nostra vita smettiamo di fare sport e perché? I motivi sono diversi, così come i momenti, e sebbene quello dell'adolescenza sia il più critico non è di certo l'unico. A ricordarlo è oggi uno studio pubblicato sul British Journal of Sports Medicine che analizzando le abitudini in fatto di sport di un grande campione di bambini e adolescenti britannici identifica il momento dell'inizio delle scuole come uno dei più problematici per l'attività fisica. Quando invece, spiegano gli esperti, proprio dalle scuole dovrebbe arrivare l'invito a muoversi di più.

Lo studio. Per capire come e quanta attività i bambini facessero nel corso degli anni, gli esperti di Glasgow e Newcastle a capo dello studio, hanno registrato i movimenti dei piccoli – 400 bambini dell'Inghilterra nord-orientale, parte del Gateshead Millennium Cohort Study - grazie a un sensore di movimento indossato una settimana in diversi momenti della crescita: a 7 anni, quindi a 9, 12 e 15. I sensori venivano indossati sempre, ad eccezione della notte o durante il momento delle docce, ma per registrare con accuratezza i dati i genitori hanno tenuto un diario in cui segnavano quando venivano indossati e rimossi. La maggior parte dei bambini coinvolti nello studio svolgeva attività fisica moderata all'inizio dello studio. Movimento che via via veniva però abbandonato. Analizzando i risultati, i ricercatori hanno infatti osservato che nel corso di otto anni il tempo speso muovendosi diminuiva notevolmente: se a sette anni era mediamente di 75 minuti al giorno, a 15 scendeva a 51 minuti per i maschi, mentre per le femmine si passava da 63 minuti a 41 minuti nelle stesse fasce d'età, riferisce la Bbc.

Nessuna questione di genere. Il declino, raccontano gli scienziati, comincia ben prima dell'adolescenza, o per lo meno non diminuisce durante l'adolescenza più di quanto non faccia durante l'infanzia, tanto per i bambini che per le bambine. "Il nostro studio - scrivono gli autori - è inconsistente con la visione ortodossa secondo cui l'attività fisica cominci a diminuire durante l'adolescenza, che diminuisca di più in questo periodo e/o che lo faccia più rapidamente nelle ragazze adolescenti che nei ragazzi". Un calo che sembra coincidere con l'arrivo dei bambini sui banchi di scuola, tanto che coinvolgere i ragazzi a fare più sport e motivarli a non abbandonare l'attività fisica dovrebbe essere una priorità ben prima dell'adolescenza. "Il momento in cui i bambini cominciano ad andare a scuola coincide con un cambiamento nei loro stili di vita - commenta John Reilly della University of Strathclyde di Glasgow, tra gli autori della ricerca - Le scuole dovrebbero essere degli ambienti più attivi e prevedere più intervalli per interrompere i momenti di sedentarietà".


Non solo a scuola. Sul fatto che le scuole, non solo oltremanica, potrebbero fare di più è d'accordo anche Alberto Villani, presidente della Società Italiana di Pediatria (SIP): “Nelle nostre scuole sembra straordinario avere una piscina a scuola o fare più di una due ore di attività fisica a settimana, quando invece l'ideale sarebbe che tutti i giorni, in tutte le fasce d'età pediatrica, i bambini potessero svolgere attività ludico-sportiva per due ore”. Ma la mancanza di una cultura a scuola non è l'unico fattore che pesa sull'abbandono o sulla mancanza dell'attività fisica in età pediatrica. "Anche le difficoltà economiche pesano sulla possibilità di fare sport: non tutti si possono permettere di fare lezioni in piscina, a tennis, a scherma o di judo, e per questo garantire la possibilità di movimento a scuola sarebbe un modo anche per livellare le diseguaglianze”, continua Villani. Senza dimenticare, conclude l'esperto che poche sono le possibilità di fare sport non a livello agonistico, per puro piacere: “Gli sport legati all'agonismo in alcuni casi possono favorire l'abbandono e disincentivare i bambini a fare attività fisica. E se non si fa attività fisica da piccoli, sarà più difficile farla da grandi, perdendo tutti i benefici fisici e sociali dati dallo sport".

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