Disturbi del comportamento alimentare, sempre più giovani a rischio

Anoressia nervosa, bulimia, binge eating (ossia alimentazione incontrollata): sono i principali disturbi del comportamento alimentare di cui in Italia soffrono almeno tre milioni di persone, per la maggior parte giovani e per la quasi totalità (circa il 96%) donne.
L’ossessione del cibo, del peso e dell’immagine corporea colpisce sempre con più frequenza, abbassando l’età d’esordio di queste pericolose patologie: “non è più un problema solo di adolescenti, gli ultimi dati parlano di numerosi casi anche tra i più giovani e i bambini” dice a Panorama.it il dottor Daniele Bosone, direttore sanitario dell’Istituto Neurologico Mondino di Pavia.
I disturbi del comportamento alimentari sono legati a doppio filo con profondi malesseri dell’anima di giovani donne e uomini, che individuano nel cibo il nemico-amico complice pericoloso.
Per sensibilizzare, far conoscere, capire e parlare delle problematiche legate a queste malattie, da sei anni è stata istituita la Giornata del fiocchetto Lilla contro i disturbi alimentari: si svolge il 15 marzo e coinvolge in tutta Italia associazioni, istituzioni e scuole con iniziative e incontri.
“L’anoressia e il suo opposto, cioè la bulimia (l’eccesso di apporto alimentare patologico), derivano dal disadattamento ambientale” chiarisce Bosone “e se si presentano in forma grave è necessario seguire un vero e proprio percorso medico, che va dalla diagnosi specialistica fino al trattamento clinico con supporto psichiatrico”.
“Se invece questi disturbi sono portati da una momentanea fase di stress o forte ansia che confligge con la buona salute, allora si possono affrontare con un approccio più ‘lieve’, a partire dall’incontro con una dietologa e uno psicologo come terapia di appoggio, presso strutture specializzate come il nostro istituto: abbiamo congegnato questo percorso d’ingresso ‘soft’ proprio perché che ci permette di capire se procedere con successivi e più importanti interventi”.
Questa condizione transitoria è facile da diagnosticare “perché si accompagna con disturbi del sonno, cefalee e altri sintomi tipici di una situazione nevrotica da stress”.
Ma quali sono le cause, soprattutto nei giovani, che portano a questi problemi?
“Anche il bullismo per esempio è una di quelle classiche situazioni che provocano disturbi del comportamento, sia nel sonno sia nell’alimentazione o molto spesso simultanei”.
I campanelli d’allarme a cui stare attenti sono tanti e ben visibili: “quando un ragazzo fa fatica ad alzarsi al mattino, ad andare a scuola, aumenta di peso, abbandona le attività sportive si è di fronte a una situazione di depressione”.
Anche la bulimia, spiega l’esperto, si accompagna spesso a gravi sindromi ansiose “e oltre a portare all’obesità e alle patologie cardiovascolari (incrementando il rischio di ictus e infarto miocardico) e metaboliche, diabete in primis, ormai gli studi hanno consolidato che il sovrappeso è una delle concause dello sviluppo precoce della demenza e Alzheimer”.
Quanto tempo ci vuole per curare un disturbo del comportamento alimentare?
“Per l’anoressia è previsto un percorso di ricovero e di riabilitazione, una fase ospedaliera molto lunga e molto intensa, abbinata alla psicoterapia. Oltre a curare la parte sintomatica bisogna infatti poi passare alla rieducazione alimentare. Uscire dal disturbo alimentare spesso richiede anni”.
Inoltre anche i genitori sono pienamente coinvolti nel processo di cura: “è fondamentale capire cosa succede nel contesto famigliare e per questo a volte la psicoterapia viene estesa anche ai genitori”.
L’importanza delle istituzioni scolastiche
“Talvolta i genitori non si accorgono di quel che succede ai propri figli e sono gli insegnati a segnalarci che c’è un problema, qualcosa che non va e che dovrebbe essere indagato più a fondo. Il ruolo della prevenzione a scuola è fondamentale, non solo per individuare questi disturbi, ma anche altri legati alla sfera psichiatrica, che si manifestano proprio con problemi a livello dell’apprendimento”.

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