Mangiare lentamente, il segreto per rimanere in forma

Uno studio giapponese condotto su 60mila persone sostiene che questo metodo riduce il rischio di obesità del 42%. Una conferma a studi precedenti che arrivavano a risultati simili. Ma anche mettersi a tavola e cedere agli snack nelle due ore che precedono il sonno ha il suo peso


CHI MANGIA lentamente, assaporando ogni boccone, prendendosi il tempo che ci vuole per consumare i pasti può contare su una riduzione del 42% del rischio obesità rispetto a chi consuma il cibo  troppo rapidamente. Già sentito? Forse. Ma ora a dimostrare,  sui grandi numeri e con percentuali che lasciano poco spazio al dubbio, che le cose stanno davvero così c’è uno studio osservazionale pubblicato sul BMJ realizzato su 60mila persone, tra uomini e donne, giapponesi e durato sei anni, dal 2008 al 2013. Gli autori del paper, ricercatori del Department of Health Care Administration and Management dell’Università di Kyushu, in Giappone, hanno raccolto informazioni sullo stile di vita (fumo, alcol, sonno…), sulle abitudini alimentari (fare o no colazione, spizzicare snack, ore dei pasti…),  sull’indice indice di massa corporea (IMC) e sulla circonferenza addominale di ogni partecipante all’indagine. Oltre che dati sulle analisi del sangue, delle urine e della funzionalità epatica.

.NORMALI, LENTI, E DIVORATORI.
A tutti è stato anche chiesto di descrivere a quale velocità consumassero i pasti e, in base alle risposte, il campione è stato suddiviso in mangiatori lenti(più di 4mila all’inizio dello studio), normali (oltre 33mila) e veloci (circa 22mila), con i primi che già in partenza  erano anche quelli tendenzialmente più sani. Nel corso della ricerca quasi la metà del campione ha modificato le sue abitudini.

.INTERVENTI MIRATI A RALLENTARE I PASTI
I risultati di sei anni di osservazioni? I mangiatori lenti avevano il 42% in meno di probabilità di essere sovrappeso o obesi rispetto a coloro che tendevano per così dire a ingozzarsi. Meno bene andava a chi aveva l’abitudine di alimentarsi  a velocità normale: per loro il rischio di essere sovrappeso era inferiore del 29%. Il mangiare troppo rapidamente è stato anche collegato a ridotta tolleranza al glucosio e a insulino-resistenza.

.IMPARARE A MANGUARE SLOW
"Modificare le abitudini alimentari può influenzare l'obesità, l'IMC e la circonferenza addominale - hanno dunque dovuto concludere gli autori  - e gli interventi mirati a ridurre la velocità di assunzione del cibo possono essere efficaci nel prevenire l'obesità e ridurre i rischi per la salute associati".

.NIENTE SNACK
Ma l’eccessiva velocità dei pasti non sarebbe l’unico comportamento

a influenzare negativamente il rischio obesità: tra le abitudini sotto la lente dei giapponesi è risultata fortemente associata a un alto IMC anche cenare tardi (entro le due ore che precedono il sonno) e smangiucchiare snack dopo cena per almeno 3 volte a settimana.

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