Grigliate estive: Occhio all’Acrilammide

L’arrivo dell’estate porta con se la voglia di giornate da trascorrere all’aria aperta in compagnia di amici e parenti, tutti magari intorno ad un tipico Barbecue. Nulla di male ovviamente ma l’attenzione deve rimanere alta quando si parla di cottura alla griglia oltre che di carne. La cottura infatti è in grado di rendere una materia prima di qualità in un prodotto potenzialmente dannoso se non cancerogeno come spesso ha affermato la Dott.ssa Chiara Manzi, esperta di Nutrizione Culinaria.
La carne
Come ricordato dalla Dott.ssa Manzi sotto i 350 grammi a settimana non si corre nessun rischio ma bisogna prestare molta attenzione alla cottura, oltre che alla scelta della carne stessa. Insaccati e salsicce presentano infatti additivi come nitrati e nitriti riconosciuti come cancerogeni. Massima attenzione inoltre durante le fasi di cottura. La carne cotta al barbecue può generare IPA, cancerogeni meno potenti dell’acrilammide ma degni ovviamente di attenzione.
Acrilammide e cottura 
L’acrilammide è una sostanza che si sprigiona quando di fatto la carne viene “bruciacchiata” durante la cottura alla griglia. Dal Marzo 2016 L’Art Joins Nutrition Academy è impegnata in un progetto di ricerca, sulla tossicità della sostanza, insieme all’Università degli Studi di Parma. Un progetto sostenuto da Electrolux e voluto per garantire un certo grado di sicurezza nei confronti delle persone e dei consumatori. L’acrilammide infatti è un cancerogeno di classe 2 ossia è considerato “un probabile” cancerogeno solo perché ancora non ci sono ricerche sull’uomo. Il punto fondamentale è dato dal fatto che soprattutto la dose fa aumentare il rischio di tumore. Importanti società scientifiche hanno evidenziato come di fatto tutti in Europa, in media, raggiungono la dose limite. L’Art Joins Nutrition Academydesidera per questo fornire strumenti ai consumatori per capire il rischio legato al acrilammide e al tempo stesso forma nuovi professionisti capaci di cuocere i cibi, attraverso varie tecniche apprese durante il periodo di formazione, senza trasformare le materie prime in alimenti potenzialmente cancerogeni.

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