SARCOPENIA: CONTRASTIAMOLA ANCHE A TAVOLA

La scienza ha da tempo accertato che, dopo i 50 anni di età, la massa muscolare tende a ridursi in modo progressivo con il passare degli anni. In genere, per ogni decade compresa tra i 40 e i 70 anni di età, un individuo perde all’incirca l’8% della propria massa muscolare, mentre, dopo i 70 anni il processo subisce un’accelerazione, con una perdita che arriva al 15% per ogni decade. La perdita in genere è limitata ad alcuni distretti muscolari ed è di proporzioni contenute, ma in taluni casi l’entità è tale da assumere le caratteristiche di una vera e propria patologia, nota con il nome di sarcopenia.
Il termine sarcopenia, coniato dal dott. Irwin Rosenberg nel 1988, deriva dal greco antico (sarx = carne; penia = perdita) e indica una perdita di massa muscolare che avviene soprattutto a carico dei gruppi muscolari degli arti inferiori. Insieme alla malnutrizione e al decadimento cognitivo, la sarcopenia è una delle cause principali di disabilità nell’anziano, e in taluni casi può favorire l’insorgenza di nuove malattie, ostacolare il recupero motorio dopo un evento clinico disabilitante (come ad esempio una frattura di femore), nei casi più gravi portando il soggetto a morte. La sarcopenia, infatti, una volta instauratasi, può innescare nel soggetto anziano una catena di reazioni che, dall’iniziale perdita di massa muscolare, determina dapprima una riduzione della velocità del cammino, e in seguito ad una limitazione dell’attività fisica che, a sua volta, favorisce ulteriore perdita di massa muscolare (cioè sarcopenia). Può comparire, ad esempio, difficoltà nel salire o scendere le scale, nel portare a casa la spesa, nel percorrere a piedi tragitti in precedenza ben tollerati; il cammino può rallentarsi e le forze possono esaurirsi precocemente. La sarcopenia può diventare ancora più conclamata ed evidente in seguito a lunghi periodi d’inattività fisica, dovuti all’allettamento che può conseguire a malattie gravi e/o interventi chirurgici. Una ridotta attività fisica è, infatti, il primo determinante della perdita di massa muscolare. La sarcopenia ha in genere un decorso silente, progressivo e asintomatico, per lo più mascherato dalla stabilità del peso corporeo. Nella persona anziana, infatti, la perdita di massa magra (cioè di muscoli) è spesso compensata da un incremento della massa grassa (cioè di tessuto adiposo), che invece occorre quasi invariabilmente con il passare degli anni e che interessa anche il muscolo (il muscolo del soggetto anziano sarcopenico è, infatti, spesso infiltrato di tessuto adiposo). In taluni casi si parla addirittura di sarcopenia obesa o “fragilità grassa”, per identificare appunto un individuo obeso che ha perso massa muscolare. La diminuzione di massa muscolare è maggiore nei maschi che nelle femmine. Nel sesso maschile, infatti, la sarcopenia è correlata al calo ormonale, e in particolare del testosterone, di cui sono noti gli effetti anabolizzanti (specie sul metabolismo delle proteine).
È possibile prevenire e curare la sarcopenia? Certamente sì, a patto che si rispettino alcuni principi. Innanzitutto è molto importante identificare precocemente i soggetti con sarcopenia o a rischio di sarcopenia. Attualmente gli esperti sono in grado di diagnosticare la sarcopenia misurando la massa muscolare e la forza muscolare, mediante apparecchiature specifiche, e la velocità di cammino (in un tratto di 4 metri, è considerata normale una velocità maggiore o uguale a 0,8 metri al secondo). In assenza di strumenti specifici come quelli di cui si è detto, la presenza di sarcopenia può essere sospettata valutando la capacità di un soggetto in età avanzata di percorrere 400 metri in un quarto d’ora senza aiuto di persone o ausili. Laddove ciò non sia possibile è consigliabile rivolgersi ad un geriatra esperto.
In secondo luogo deve essere perseguita una dieta equilibrata e praticata in modo costante un’attività fisica. La dieta deve essere particolarmente ricca di proteine, distribuite equamente durante la giornata. Il muscolo, infatti, necessita di un costante ricambio delle cellule muscolari che si degradano e vanno incontro a morte (per cause naturali e per l’attività fisica) ed è molto importante che il rapporto tra sintesi e degradazione di proteine sia in equilibrio. In un soggetto che sta diventando anziano ciò può avvenire attraverso l’introito di proteine con l’alimentazione. Le raccomandazioni delle società scientifiche che si occupano di sarcopenia consigliano l’assunzione di 0,8-1,2 grammi pro-chilo di proteine al giorno (25/30 grammi di proteine di alta qualità ad ogni pasto, come carni magre, latte e suoi derivati, uova pesce e legumi), in assenza di malattie legate all’insufficienza renale. Qualora ciò non fosse possibile, può essere indicata l’assunzione di un supplemento nutrizionale orale completo e bilanciato. L’assunzione di proteine attraverso la dieta e/o i supplementi deve avvenire non solo al pasto principale ma in modo equilibrato suddividendo il fabbisogno tra colazione, pranzo e cena. Inoltre è importante che alla dieta sia abbinata una regolare attività fisica che svolge una funzione catalizzatrice della sintesi di proteine e favorisce pertanto il mantenimento di un’adeguata massa muscolare. L’esercizio di tipo aerobico (passeggiata, corsa leggera, nuoto, bicicletta) ma anche il sollevamento di piccoli pesi con l’ausilio di macchine e attrezzi in palestra sono consigliati per contrastare la sarcopenia.
Concludendo, la sarcopenia può essere considerata una fase di passaggio obbligato nel percorso della vita al quale conviene adattarsi sin dall’età adulta, scegliendo uno stile di vita e un comportamento alimentare adeguato.

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