Nuovi alimenti sulla nostra tavola : il Wasabi, cos’è, proprietà e benefici

Sono in molti a conoscere il wasabi grazie alle ricette della cucina giapponese, la piccantissima salsa verde dal sapore particolare che solitamente accompagna i piatti di sushi e sashimi.  In molti però non sanno che il wasabi è una pianta di origine giapponese il cui nome scientifico è Wasabia japonica o Eutrema japonica, appartenente alla famiglia delle brassicacee di cui fanno parte anche il cavolo e il ravanello.
Il suo sapore è completamente differente rispetto ad altri cibi della gastronomia occidentale,  il wasabi si presenta come una pasta di colore verde che viene servita in ciotole in piccole quantità, nelle quali è possibile intingere il sushi o il sashimi. La particolarità del suo sapore è data dal fatto che il piccante colpisce il palato anziché la lingua, e in alcuni casi stimola la lacrimazione, infatti è conosciuta anche come namida ovvero lacrima, e proprio per questo motivo è consigliabile mangiarle in piccole quantità.

Wasabi: tutte le proprietà terapeutiche


Il Wasabi gode però di notevoli proprietà benefiche è un ottimo antibatterico in quanto agisce proteggendo da intossicazioni alimentari, riesce infatti a sconfiggere alcune forme di Escherichia coli inoltre è utile alla prevenzione dell’ulcera, contrastando l’attività dell’ helicobacter pylori.  Il Wasabi però è anche un ottimo antinfiammatorio capace di prevenire le malattie degenerative, riesce infatti a bloccare l’aggregazione delle piastrine evitando coaguli di sangue che potrebbero provocare rischi di infarti e ictus.
Una volta consumato il Wasabi rilascia isotiocianato di allile, ovvero la sostanza che provoca la sensazione di bruciore nel tratto nasale mentre lo si consuma tale composto è in grado di inibire la crescita degli agenti patogeni nelle vie respiratorie.
Il Wasabi è conosciuto anche per la sua azione antitumorale, la radice da cui è ricavato è infatti particolarmente ricca di isotiocianati che agiscono come antitumorali naturali attivando degli enzimi presenti nel fegato, che eliminano gli agenti cancerogeni inibendo di conseguenza la formazione di cellule tumorali. Secondo uno studio condotto dai ricercatori di Taiwan il wasabi sarebbe un ottimo alleato per la cura del tumore al pancreas, dagli studi è emerso infatti che i due composti presenti nel wasabi sarebbero in grado di ridurre le cellule staminali tumorali.
Il Wasabi  ha una funzione antiossidante, in quanto gli isotiocianati presenti contrastano gli effetti dannosi dei radicali liberi volgendo un’azione antiossidante in grado di rallentare l’invecchiamento cellulare.

Wasabi Cos’è e come ricavarlo

La  tipica salsa giapponese viene preparata grazie alla lavorazione di una radice giapponese, che  viene grattugiata tramite un attrezzo con un  manico di legno ricoperto la pelle di squalo e secondo la tradizione giapponese dovrebbe essere consumato entro 15 minuti per conservare intatte le sue proprietà benefiche.
Il Wasabi fresco è realmente difficile da trovare in commercio, è possibile trovarlo sotto forma di pasta pronta a cui solitamente viene aggiunta la polvere di rafano occidentale. In commercio il Wasabi  si trova sotto forma di pasta oppure di polvere in questo caso sarà necessario aggiungere la polvere come spezia per la preparazione delle ricette, o ideale a formare una pasta aggiungendo dell’acqua alla polvere di wasabi.

Controindicazioni del Wasabi

Il Wasabi dovrà essere consumato a piccole dosi non soltanto per il suo sapore particolarmente pungente e piccante,  ma in quanto la sua radice contiene una tossina che non provoca danni solo se ingerita con moderazione,  qualora venga assunta in grandi quantità il fegato non riuscirebbe ad elaborarla e potrebbe provocare danni alla salute.
Come per tutti gli alimenti così anche nel consumo del wasabi bisogna prestare attenzione alla quantità ingerita,  in quanto un alimento potrebbe avere grandi potenzialità benefiche per la salute dell’individuo che lo consuma con moderazione ma potrebbe invece produrre  effetti nocivi per la salute in chi lo consuma in maniera inappropriata.

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