Estrogeni : come abbassare i livelli con l'alimentazione


DOMINANZA ESTROGENICA

Ognuno di noi produce estrogeni. Questo processo avviene nelle ghiandole surrenali, nel tessuto adiposo, nelle ovaie (per le donne), nei testicoli (per l’uomo).
Gli estrogeni svolgono importanti funzioni: regolano i livelli di colesterolo, il tour over dell’osso, la crescita cellulare, sono responsabili dello sviluppo dei caratteri sessuali, interagiscono con il sistema endocrino (asse surrenale e tiroideo in particolare) e modulano la risposta immunitaria.
I principali estrogeni prodotti sono estradiolo, estrone, estriolo. Dal menarca alla menopausa l’ormone maggiormente prodotto è il 17 beta estradiolo, dopo la menopausa prevale l’estrone (segnale meno potente).
Con l’età sia i livelli di estrogeni che di progesterone calano progressivamente, dopo la menopausa gli estrogeni prodotti sono circa metà rispetto all’età fertile, il progesterone è meno di un quarto. Le donne in menopausa sono quindi maggiormente esposte a dominanza estrogenica.

Quando l’equilibrio tra estrogeni, androgeni e progesterone “salta” si parla di estrogeno dominanza. Questo accade per aumento degli estrogeni endogeni o degli xenoestrogeni, per una riduzione del progesterone (per cui si tratta di dominanza estrogenica relativa), in condizioni di stress elevato (l’aumento del cortisolo “ruba” progesterone).
I sintomi e le conseguenze vanno da problemi di fertilità, sindrome pre mestruale, scarso desiderio sessuale, aumento di peso, sbalzi di umore, a problematiche autoimmuni, fatica cronica, cancro.

In particolare nelle donne la dominanza estrogenica può manifestarsi come:
- aumento di peso, soprattutto nella zona gluteo femorale e addominale
- ritenzione di sodio e liquidi
- disordini del ciclo mestruale 
- sindrome pre mestruale
- cisti al seno
- fibromi utero
- fatica cronica
- riduzione del desiderio sessuale
- depressione ed ansia

Negli uomini:
- ginecomastia 
- disfunzioni sessuali
- infertilità

Normalmente i livelli di estrogeni sono regolati dal metabolismo epatico e dal microbiota intestinale.
Il fegato metabolizza gli estrogeni principalmente attraverso tre vie che portano a metaboliti diversi: 2 idrossiestrone, 4 e 16 idrossiestrone. Mentre il primo è considerato “neutro”, il 4 e 16 idrossiestrone sono implicati in processi patologici e in un aumento del rischio di cancro al seno.
Lo stato nutrizionale, le scelte alimentari, la salute del fegato e dell’intestino, lo stress sono fattori che influiscono sul metabolismo degli estrogeni, così come alcuni polimorfismi genetici coinvolti nei processi di metilazione (vedi MTHFR).


Ecco 3 alimenti che aiutano a ridurre gli estrogeni.
Semi di lino - contengono composti chiamati lignani che hanno il potere di ridurre gli estrogeni in quanto interferiscono con gli enzimi coinvolti nella produzione di estrogeni.
Frutta, verdura e carni biologiche - non sono contaminate da pesticidi o per le carni non contengono ormoni e per questo motivo non aggiungono tossine in eccesso e estrogeni nel sangue.
Broccoli - come le verdure contenenti zolfo, cavolini, cavoli e tutte le crucifere, e aglio, cipolla e tuorli d'uovo hanno la capacità, grazie proprio allo zolfo, di aiutare il fegato a liberarsi di tossine e pesticidi. E quindi riducono la dominanza estrogenica.


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