Coronavirus: esperto, serve un patto fra le generazioni

Rispettare le regole e non frequentare luoghi affollati non è una cosa negoziabile, è un obbligo che vale per tutti e quindi anche per i ragazzi e i giovani adulti che sono i più refrattari a comprendere, aggregarsi e aumentare i contagi è "criminoso". Lo spiega Claudio Mencacci, past-president della Società italiana di psichiatria che, in questa fase difficile che l'Italia sta affrontando, parla della necessità di "un patto intergenerazionale, che comprenda tutte le generazioni per continuare ad andare avanti". "I giovani hanno già in molti casi scarso il concetto di aiuto alle generazioni precedenti - spiega Mencacci - qui non si tratta di fornire aiuto, si tratta di fare del male. Per cui il messaggio è che dove non arriva il senso di responsabilità, deve arrivare il concetto di obbligo". Mencacci si sofferma sul ruolo dei genitori che, sottolinea, "hanno difficoltà con la parola dovere". "I ragazzi e i giovani adulti - aggiunge - sono 'silenzio-fobici', hanno paura degli spazi vuoti, di annoiarsi.
In una generale iperstimolazione questa decelerazione, questo blocco, crea enorme difficoltà. Una caratteristica è che lo stimolo arriva spesso dalle famiglie e dai genitori: fare diversi sport, continue attività, mai stare troppo da soli". E i ragazzi, dal canto loro "hanno la caratteristica di sottovalutazione del rischio". Riscoprire la parola dovere è quindi importante per l'esperto, i genitori "devono dare il buon esempio e le istituzioni devono parlare con una sola voce, in maniera chiara e non suscettibile a interpretazioni, nella quali la nostra cultura possa andare a 'insinuarsi". Occorrerebbe poi considerare che "se l'offerta non ci fosse non ci sarebbe neppure domanda: se non ci fossero locali aperti non si andrebbe da nessuna parte". "Se vogliamo garantirci un futuro prossimo non troppo a distanza - conclude Mencacci - i comportamenti a cui viene chiesto di attenersi sono le uniche nostre armi".
    (ANSA).

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