Alimenti ultra-processati (snack, bevande zuccherate, patatine, dolci confezionati etc) fanno aumentare il rischio di morte
I ricercatori hanno esaminato il consumo di prodotti ultra-processati in una coorte di oltre 22.000 molisani di entrambi i sessi, con età media pari a 55 anni, reclutati nell’ambito del progetto Moli-sani. Le abitudini alimentari sono state valutate mediante un questionario delle frequenze alimentari semi-quantitativo. Per definire quali alimenti potessero essere classificati come ultra-processati è stata usata la classificazione internazionale NOVA, che prende in considerazione i processi di estrazione, purificazione o alterazione a cui vengono sottoposti gli alimenti (1).
Ne è risultato che un consumo elevato di alimenti ultra-processati (>14,6% degli alimenti totali) si associa a un rischio aumentato del 26% di morte per tutte le cause, del 58% di morte per malattie cardiovascolari e del 52% di morte per malattie cerebro-cardiovascolari come gli ictus, rispetto a un consumo basso (alimenti ultra-processati <6,6% del totale) (1).
Perché il consumo di alimenti ultra-processati potrebbe incidere negativamente sullo stato di salute? Al momento non ci sono risposte certe: probabilmente a causa dell’eccessiva quantità di zucchero che apportano, ma altrettanto probabilmente proprio a causa dei processi di lavorazione industriale a cui sono sottoposti che determinano modificazioni tali nella loro struttura e nella composizione dei nutrienti da renderli più pericolosi per la salute. Per questo, gli autori dello studio consigliano di evitare il più possibile il consumo di alimenti ultra-processati e di cercare sempre di cucinare a partire da materie prime di buona qualità, anche ricette estremamente semplici ma preferibilmente fatte in casa.
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