Cosa vuol dire avere un intestino «stressato» e perché succede


Siamo stressati. Tanto, per tutto. Lavoro, famiglia, amici, hobby... Tutto ci butta addosso un'alta dose di preoccupazione e di ansia da prestazione, che poi si ripercuote sul nostro benessere fisico. Ma tra le cause di stress ve n'è un'altra, forse finora insospettabile: l'alimentazione.

Un regime alimentare corretto, che non provochi intolleranze e allergie, che sazi, ma senza far ingrassare, anzi possibilmente che faccia anche perdere qualche chilo: per un popolo geneticamente votato ai piaceri della tavola, come quello italiano, ma perennemente a dieta, questa ricerca spasmodica potrebbe diventare una condanna.

Ecco qualche dato: il termine “alimentazione” compare attualmente 65 milioni di volte nelle ricerche su Google, mentre “nutrizione” circa 26,5 milioni di volte. Ben 632 mila utenti si sono rivolti al motore più famoso per cercare online notizie e consigli sulla “sana alimentazione” e la parola “dieta” ha oltre 180 milioni di risultati. Un eccesso di informazione, spesso peraltro non corretta, che genera tensione e sensi di colpa con conseguenze, anche importanti, sull'intestino e sulle patologie a esso collegate.

«Gli italiani sono stressati dalla troppa informazione che circola, fuori e dentro il web, su alimentazione, nutrizione e dieta - conferma il Professor Gian Marco Giorgetti, Direttore dell’UOSD Transmurale Nutrizione Clinica ASL Roma 2 Ospedale Sant’Eugenio, specialista in allergologia e immunologia, gastroenterologia e medicina interna - E, considerando lo strettissimo legame che c'è tra intestino e cervello, questo comporta inevitabilmente delle ripercussioni fisiche. Non a caso sempre più persone soffrono di sindrome del colon irritabile, di disbiosi e di altre patologie funzionali intestinali riconducibili anche allo stress».

Secondo recenti studi, il gonfiore addominale è un problema che colpisce dal 10% al 30% della popolazione dei paesi occidentali: circa il 12% degli italiani soffre di diarrea, più gli uomini delle donne (nel 59% dei casi) e quasi il 20% di stipsi e costipazione, in questo caso più le donne (85%), che cercano e usano varie soluzioni per prevenire e trattare la patologia.

«Bisogna prestare particolare attenzione alla corretta funzionalità dell'intestino, soprannominato proprio “secondo cervello” del nostro organismo – continua Giorgetti – E non a caso: la correlazione tra stress mentale e intestino è vera in un senso, ma anche nell'altro: recenti studi stanno dimostrando che un microbiota alterato, quindi che porta a colon irritabile e disbiosi, innesca la produzione di determinate proteine, che poi inducono modulazioni sulle cellule del sistema nervoso, portando a patologie come la demenza senile

Dentro di noi, sin dalla nascita, albergano circa un chilo e mezzo di batteri (1200 specie circa), che si adattano a ogni condizione, convivendo con l'apparato digerente e influenzando grandemente il nostro sistema immunitario. Capite bene come un'arrabbiatura, ma anche degli episodi di ansia possono abbattere le nostre difese immunitarie!». 

Parlando di gonfiore addominale, «la maggior parte della gente che ne soffre, pensa di risolvere il disagio, sottoponendosi a diete drastiche che possono invece portare a spiacevoli e gravi sindromi carenziali. Non è togliendo tutto e non mangiando più niente che si risolvono i problemi, al contrario se ne creano altri, proprio perché si va a intaccare e ad alterare la flora microbica nel nostro intestino».

Quindi, come risolvere? Proprio per diffondere la “cultura dell'intestino” è nata la campagna Flora&Friends di OptiFibre, il brand di prodotti di origine naturale di Nestlé Health Science, che attraverso i suoi canali social si propone di fornire soluzioni e consigli appropriati per prevenire e risolvere i principali problemi degli italiani in questo ambito, sfatando anche i falsi miti e le fake news che circolano sul mangiar sano e sui principi della corretta alimentazione e migliorando la situazione già difficile che la pandemia e il lockdown hanno contribuito a peggiorare.

«Lo smart working è stato deleterio per gli italiani - precisa il Professor Giorgetti - Che, anche per il nervosismo, si sono abituati a mangiare in continuazione, spesso modificando le proprie abitudini alimentari e aumentando di peso. Adesso che la situazione sta pian piano tornando alla normalità, bisogna riallinearci sui sani principi della dieta mediterranea, che resta sempre il piano alimentare più idoneo e salutare per il nostro organismo».

Cosa fare allora in caso di problemi intestinali? «In presenza di disturbi o patologie, consiglio di consultare in primis uno specialista, per diagnosticare in via preliminare la situazione e individuare il motivo che ha generato quel determinato sintomo (diarrea, stipsi, dolore o gonfiore addominale). Poi, potrebbe essere utile assumere dei prebiotici, meglio se in fibre solubili che vengono digerite più facilmente dai nostri enzimi.

Un valido aiuto, come dimostrano recenti evidenze scientifiche, arriva per esempio dalla Gomma di Guar Parzialmente Idrolizzata (PHGG), che è una fibra alimentare di origine vegetale, 100% naturale, conosciuta più comunemente come fibra di guar. Il consumo di questa fibra modifica la composizione della popolazione batterica intestinale grazie al suo effetto prebiotico, favorendo l’equilibrio del microbiota che è uno degli elementi fondamentali di tutto l’ecosistema dell’intestino.

La disbiosi intestinale è una condizione di squilibrio microbico causata da una crescita eccessiva di batteri “cattivi” all’interno dell’intestino che ne provocano l’irritazione e la fibra di guar agisce in modo naturale, migliorandone la regolarità (frequenza e consistenza).

Poi, consiglio sempre una sana attività fisica, spostando il focus non tanto sul fatto che consente di stare in forma – anche -, ma soprattutto sul fatto che aiuta il cervello a calmarsi: se la mente si svuota, e si sfogano rabbia e preoccupazioni, migliorerà anche la funzionalità intestinale, in particolare i casi di stipsi”.

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